AbbronzaturaMeccanismi Cellulari alla base dell'abbronzatura. La pigmentazione della superficie esterna del corpo umano è un carattere altamente ereditario e regolato da fattori genetici, ambientali ed endocrini. Il colore della nostra pelle è determinato dalla quantità, dal tipo e dalla distribuzione di un pigmento, prodotto dagli strati profondi della pelle e chiamato melanina, che funge da assorbente fisiologico dei raggi UV. La melanina gioca diversi ruoli all’interno del nostro corpo e delle nostre comunità: dalla definizione dell’etnia alla termoregolazione. Il ruolo di protezione contro i raggi ultravioletti (UV)presenti nella radiazione solare,si esplica secondo delle reazioni ben definite. Prima di approfondire sul metabolismo della melanina, è bene partire dalla struttura più ampia della pelle, fino ad arrivare al dettaglio metabolico a livello dei singoli enzimi localizzati all'interno delle cellule. La pelle è uno degli organi più estesi del corpo umano ed è costantemente in contatto con l’ambiente esterno. È quindi necessario che sia dotata di efficaci meccanismi di difesa per proteggerci dalle minacce ambientali. La pelle è divisa in due strati principali (l’epidermide superficiale e il derma più profondo) organizzati a loro volta in sottostrati minori. L’epidermide, ha uno spessore variabile tra i 5 e i 100 micrometri (milionesimi di metro, o millesimi di millimetro) e si organizza in 5 sottostrati differenti: lo strato basale (o germinativo) più profondo, lo strato spinoso, lo strato granuloso, lo strato lucido e lo strato corneo più superficiale. Gli strati dell’epidermide. I cheratinociti maturano spostandosi verso gli strati superficiali accumulando cheratina e morendo diventando squame di pelle. Ciascuno strato è caratterizzato da una particolare popolazione di cellule specializzate. I principali tipi di cellule che compongono l’epidermide sono due: cheratinociti e melanociti. I cheratinociti si trovano in forma immatura (poco specializzati e con un alto tasso di proliferazione) nello strato basale e maturano spostandosi negli strati superioriaccumulando progressivamente una proteina filamentosa chiamata cheratina. L’accumulo di cheratina raggiunge il massimo nello strato corneo dove i cheratinociti muoiono formando lo strato più superficiale della pelle che si desquama. Lo strato corneo riduce la perdita d’acqua attraverso la pelle e previene l’invasione di agenti patogeni e sostanze nocive .
Lo schema del tipo di melanosomi e la loro distribuzione sono determinati a livello embrionale e non dipendono da fattori esterni come la luce solare. L'esposizione al sole stimola la melanogenesi e aumenta il numero e le dimensioni dei melanociti. I raggi UV stimolano anche la secrezione di endotelina dai cheratinociti. L'endotelina agisce come un messaggero legandosi ad uno specifico recettore di tipo B che si trova sui melanociti. L’Endotelina stimola la divisione dei melanociti e aumenta il numero e la lunghezza dei dendriti(ramificazioni cellulari che connettono i melanociti e i cheratociti ai quali trasferiscono la melanina mmagazzinata in vescicole: i melasomi) . Inoltre stimola la sintesi e l'attività della tirosinasi.
I melanociti dei mammiferi possono produrre due tipi di melanina: la feomelanina(giallo-rossa) e la eumelanina (marrone-nera). L’eumelanina viene sintetizzata a partire dall’amminoacido tirosina e dipende da tre enzimi fondamentali: la tirosinasi (TYR), TYRP1 (tyrosinase-related protein 1) e la DOPAcromo tautomerasi (DCT). La pigmentazione cutanea è quindi il risultato di due differenti processi: la sintesi di melanina nei melanociti ed il suo trasferimento dai melanociti ai cheratinociti. In seguito ad uno stimolo come l’esposizione ai raggi UV i cheratinociti attivano una serie di segnali molecolari che “risvegliano” i melanociti i quali a loro volta inviano i melanosomi carichi di melanina ai cheratinociti. Una volta nei cheratinociti i melanosomi si dispongono intorno al nucleo cellulare per proteggere il prezioso DNA contenuto al suo interno. In realtà l’esposizione ai raggi UV attiva due differenti meccanismi difensivi nella pelle. Oltre alla dislocazione della melanina negli strati superficiali dell’epidermide appena descritta la pelle reagisce anche aumentando lo spessore dello strato corneo. I filamenti di cheratina sono in grado infatti di assorbire e deviare parte dei raggi UV presenti nella radiazione solare.I raggi UV si dividono a seconda della lunghezza d’onda in UVA (320-400nm),UVB (280-320nm) e UVC (200-280nm). Questi ultimi sono in genere schermati dallo strato di ozono e non raggiungono la superficie della Terra. I raggi UVB sono schermati dai vetri delle finestre e delle macchine mentre gli UVA passano attraverso i vetri e possono raggiungere gli strati più profondi della pelle. Si stima che il tra il 20 e il 50% dei raggi UVA riesca a raggiungere lo strato dei melanociti mentre solo il 9-15% degli UVB riesce ad arrivare a tale profondità. Livello di penetrazione dei raggi UV negli strati della pelle. I raggi UVA vanno in profondità arrivando sino agli strati profondi del derma. Mentre i raggi UVB (che colpiscono gli strati più superficiali) sono maggiormente responsabili di eritemi e scottature, i raggi UVA sono tra le maggiori cause dell’incidenza dei tumori della pelle (melanomi). L’unico effetto benefico noto è legato alla produzione di vitamina D stimolata dai raggi UVB. I raggi UV sono pericolosi in quanto stimolano la produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS, noti ai più come ossidanti o radicali liberi) e danneggiano direttamente la doppia elica del DNA aumentando il rischio di accumularemutazioni che possono portare allo sviluppo di tumori. La melanina è in grado sia di schermare le radiazioni sia di reagire con i radicali liberi prevenendo i danni potenziali dovuti all’esposizione alla luce solare. L’esposizione ai raggi UV può causare danni al DNA come rotture nei filamenti dei cromosomi L’abbronzatura è quindi una risposta difensiva della pelle e si realizza in due fasi: una fase precoce e una fase tardiva.La fase precoce è rapida e stimolata soprattutto dai raggi UVA. Inizia immediatamente dopo l’esposizione, raggiunge il proprio massimo dopo 1-2 e ore e scema dopo 3-24 ore dopo. Questo processo rapido è dovuto alla traslocazione dei melanosomi esistenti verso le regioni periferiche dei melanociti e non involve la sintesi di nuova melanina. La fase tardiva, invece, è un fenonemo graduale stimolato principalmente dai raggi UVB. Il processo inizia dalle 48 alle 72 ore dopo l’esposizione, raggiunge il massimo dopo 3 settimane e la pelle non torna al livello di partenza prima di 8-10 mesi dopo l’esposizione. Questo secondo processo a differenza della risposta immediata coinvolge sial’aumento nel numero di melanociti sia la sintesi di nuovi melanosomi e nuova melanina. I melanociti, inoltre, aumentano il numero di prolungamenti così come la produzione dell’enzima tirosinasi. Considerando che complessivamente il DNA di una singola cellula subisce ogni giorno almeno 500.000 singole lesioni (in genere eliminate da efficienti sistemi di riparazione molecolari) la melanina è un fedele cane da guardia che ci protegge continuamente oltre a donarci un’abbronzatura invidiabile
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I raggi UV si dividono a seconda della lunghezza d’onda in UVA (320-400nm),UVB (280-320nm) e UVC (200-280nm). Questi ultimi sono in genere schermati dallo strato di ozono e non raggiungono la superficie della Terra. I raggi UVB sono schermati dai vetri delle finestre e delle macchine mentre gli UVA passano attraverso i vetri e possono raggiungere gli strati più profondi della pelle.
Si stima che il tra il 20 e il 50% dei raggi UVA riesca a raggiungere lo strato dei melanociti mentre solo il 9-15% degli UVB riesce ad arrivare a tale profondità.
L’unico effetto benefico noto è legato alla produzione di vitaminaD stimolata dai raggi UVB.
I raggi UV sono pericolosi in quanto stimolano la produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS, noti ai più come ossidanti o radicali liberi) e danneggiano direttamente la doppia elica del DNA aumentando E’ molto utile quando ci si espone al sole seguire determinati accorgimenti e usare adeguate protezioni : a) non esporsi tra le 11 e le 13 quando è massima la irradiazione UVB b) esporsi gradualmente per favorire la produzione di melanina aumentando i tempi di abbronzatura giorno dopo giorno c) applicare il solare in modo uniforme su tutto il corpo e in particolare sulle orecchi d) ripetere le applicazioni ogni due ore , dopo il bagno e dopo avere sudato molto proteggere i bambini soprattutto con indumenti e completarla con antisolari THALITHANTHALITHAN è un oligosaccaride contenente Magnesio e Manganese in forma chelata (legati all’interno della macromolecola) la cui derivazione è di tipo marino . Questo oligosaccaride è stato ottenuto attraverso depolimerizzazione enzimatica di un polisaccaride estratto dalle Alghe Brune Laminaria Digitata edè composto da acidi Guluronico e Mannuronico. Queste Alghe Brune prendono il nome ,in Bretagna Francia, di Tali ( da Tallo corpo vegetativo dell’alga) Il corpo ha bisogno solo di una bassa dose di luce solare per beneficiare dei suoi effetti positivi. Più la pelle è esposta alla luce solare, più i raggi UV possono causare danni. THALITHAN aiuta a stimolare l'abbronzatura proteggendo la pelle dagli effetti nocivi del sole RISULTATI: stimola l’abbronzatura antagonizzando gli effetti dannosi dei raggi UVA e UVB combatte l'invecchiamento cutaneo prematuro. Meccanismo d'azione PRO-ABBRONZATURA L'esposizione al sole stimola la melanogenesi e aumenta il numero e le dimensioni dei melanociti. I raggi UV stimolano anche la secrezione di endotelina dai cheratinociti. L'endotelina agisce come un messaggero legandosi ad uno specifico recettore di tipo B che si trova sui melanociti. Stimola la divisione dei melanociti e aumenta il numero e la lunghezza dei dendriti(ramificazioni cellulari) che connettono i melanociti e i cheratociti ai quali trasferiscono la melanina immagazzinata in vescicole: i melasomi) . Inoltre stimola la sintesi e l'attività della tirosinasi. Thalitan agisce con un’azione simile all’endotelina da cui scaturisce l’attivazione della Tirosinasi e quindi la sintesi di Melanina . immunoprotezione Protezione delle proteine cellulari contro l'attacco dei radicali liberi (protezione DNA) da UVA e UVB, Mantenimento della popolazione (2% -5%) delle cellule (Laugherans), nello strato epidermico, preposte alla difesa immunitaria, che in caso di esposizione ai raggi UV si riduce drasticamente FOTOPROTEZIONE I melanociti dei mammiferi possono produrre due tipi di melanina: la feomelanina(giallo-rossa) e la eumelanina (marrone-nera). L’eumelanina viene sintetizzata a partire dall’amminoacido tirosina e dipende da enzimi come la tirosinasi la cui azione viene stimolata direttamente dal Thalithan. L'inibizione dell'espressione della proteina p53 nucleare, un marcatore specifico di cellule danneggiate da raggi UV, previene la formazione di cellule "scottate". L’ossidazione radicalica da raggi UVA e UVB, delle proteine nucleari dei cheratinociti, preposte alla difesa del DNA, mostrano una riduzione del 68% se trattatate con il Thalithan Ac Boswellico Proprietà : L’ “infiammazione” o “flogosi” è quella successione di processi che si verifica in un tessuto vivente in risposta ad un’azione lesiva. I principali mediatori di un processo infiammatorio sono i leucotrieni e le prostaglandine: precursore comune è l’acido arachidonico, un acido grasso poliinsaturo contenuto nelle cellule come costituente dei fosfolipidi di membrana e liberato, sotto l’azione di opportuni stimoli, per azione dell’enzima fosfolipasi. Nella forma libera l’acido arachidonico può entrare in due differenti vie metaboliche: una è la via della cicloossigenasi che porta alla sintesi di prostaglandine e trombossani e che è bloccata dai farmaci antinfiammatori non steroidei (i FANS); l’altra via metabolica è la reazione catalizzata all’enzima lipoossigenasi e porta alla sintesi di leucotrieni. L’acido boswellico ha mostrato di avere un’azione selettiva per questo enzima bloccando quindi solo la produzione dei leucotrieni. È chiaro che una maggiore selettività d’azione comporta una minore incidenza di effetti collaterali Una crema contenente Acido Boswellico è particolarmente indicata in caso di rilassamento cutaneo, arrossamenti, distrofie e/o deformazioni plastiche della pelle; smagliature di neo-formazione (strie rubre); l’Acido Boswellico è oggi considerato, uno degli ingredienti cosmetici più efficaci: diversi studi confermano la spiccata attività lenitiva del prodotto e test clinici dimostrano, come utilizzando quotidianamente una formulazione a base di Acido Boswellico, dopo 4-6 settimane, è possibile riscontrare un interessante aumento dell’elasticità cutanea. Le preparazioni a base di Acido Boswellico nutrono le pelli affaticate e devitalizzate aiutandole a ritrovare la loro naturale elasticità, restituendo tonicità e freschezza. Regolarmente usate, forniscono il corretto apporto anti-ossidante e anti-aging, utile a mantenere tonica la pelle, riducendo la formazione delle rughe e combattendo il rilassamento cutaneo delle zone più critiche come viso, decoltè, glutei e gambe Camellia Sinensis
Una Crema contenente The Verde, migliora la morbidezza cutanea e riduce le rughe. L’ azione sulla cute è stata analizzata con studi in vitro, con i seguenti risultati: - le Catechine sono un gruppo di sostanze antiossidanti appartenenti alla categoria dei flavonoidi, che proteggono i cheratinociti dai danni causati dai raggi UVB e riducendo la formazione di radicali liberi (perossidazione cellulare/ azione antiaging) , responsabili dei processi degenerativi cellulari . Studi clinici hanno stabilito che: - Può migliorare il contenuto di tessuto elastico nella cute - Ostacola la produzione di collagene di tipo I da parte dell’interazione tra mastociti e fibroblasti nel cheloide - l’applicazione topica, protegge contro gli effetti deleteri dei raggi UV sull’immunità cutanea, ha quindi un’azione fotoprotettiva- in estratto, usato per via topica a concentrazioni del 2 o del 5 % ha una buona azione protettiva cutanea contro i raggi UV Cellule Meristematiche(staminali) da Uva Verde Le cellule staminali o meristematiche vegetali sono cellule embrionali, non specializzate, in grado di riprodurre velocemente tessuti nuovi e giovani ma con le stesse caratteristiche di quelli adulti. Nei cosmetici, le staminali si usano per le loro straordinarie capacità di promuovere la rigenerazione, nelle cellule, delle molecole proteiche presenti in quantità nella fase giovanile della pelle (collagene, elastina, ecc ) e quindi sono efficaci anti-età Le cellule meristematiche (staminali vegetali) hanno la proprietà di rinnovare l’epidermide, stimolando lo strato basale a produrre nuove cellule. Ricche di polifenoli le cellule meristematiche d'uva, sono capaci di migliorare la microcircolazione e di rivitalizzare quindi, i tessuti cutanei, proteggendoli dallo stress ossidativo causato dagli agenti atmosferici esterni e dai naturali processi degenerativi (Antiaging Action)
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